Venerdì 15 giugno, ore 9-10:30
L’immagine di una comunità ideale ci appare attraverso la rappresentazione medievale della città come corpo unico di edifici circondato da mura. Questa raffigurazione della civitas contrasta però con la realtà di una società frammentata in diversi centri in dialogo fra loro. Lo spazio cittadino era caratterizzato una pluralità che era al tempo stesso politica e geografica. Studi recenti hanno valorizzato la natura multiforme della vita politica delle città e del loro territorio. All’origine di questi sviluppi vi sono due distinti percorsi di ricerca: 1. uno scaturisce dal ripensamento dei governi di Antico Regime e del loro rapporto con altri attori politici; ricerche recenti, condotte in Italia da storici quali Chittolini, Gamberini e Zorzi, hanno abbandonato una visione incentrata sull’opposizione tra un centro ordinato e periferie caotiche per dare maggior risalto alla negoziazione tra le parti in causa. 2. In parallelo, dagli anni ‘60 in poi, studiosi provenienti da diverse discipline, in particolare geografia, filosofia e sociologia, hanno dimostrato che lo spazio è frutto di relazioni e pratiche sociali; secondo questa interpretazione quindi, lo spazio smette di essere un’entità coesa e diventa una configurazione di diverse azioni e significati. Alla luce di questi sviluppi, i tre interventi qui proposti hanno scelto l’ottica del conflitto come strumento privilegiato per analizzare le interazioni e le dinamiche tra lo spazio urbano e rurale e lo spazio politico, concentrandosi sull’esperienza politica che maturò nelle città italiane tra metà XIII e metà XIV secolo. La decisione di usare lo scontro come mezzo di studio è dettata dalla convinzione che esso rappresenti un effetto inevitabile della frammentazione sociale e politica che caratterizzava le città italiane del Basso Medioevo. In questa prospettiva, il conflitto funge da ponte tra l’ambito di ricerca storico-politico e quello incentrato sulla produzione e percezione dello spazio. Il primo intervento, che sarà tenuto da Lorenzo Caravaggi e sarà incentrato su Bologna nell’ultimo quarto del XIII secolo, sosterrà che la frammentazione dello spazio urbano non era antitetica alla costruzione dell’armonia cittadina, nonostante la competizione per il controllo dello spazio politico e urbano a livello interpersonale e intra famigliare potesse sfociare in scontri violenti. Il secondo intervento, che sarà tenuto da Anna Pomierny Wąsińska e sarà incentrato su Firenze tra la fine del Duecento e la prima metà del Trecento, partirà dall’analisi delle categorie di misura usate per descrivere lo spazio in cui si svolgeva la conflittualità cittadina per indagare le modalità con cui lo spazio era percepito, concepito e razionalizzato. Il terzo intervento, che sarà tenuto da Francesco Poggi e sarà incentrato su Orvieto, analizzerà due casi di studio specifici, che si svolsero in quella città tra 1303 e 1305, per mettere in risalto la molteplicità delle interazioni tra spazio fisico e spazio politico e come essa fosse frutto delle pratiche e strategie degli attori politici cittadini.
Coordinatore: Francesco Poggi
Relazioni:
Anna Pomierny-Wąsińska, La misura in tribunale, il confine in negoziazione. Misuratori comunali e percezione dello spazio a Firenze tra Due e Trecento
Francesco Poggi, Tra contado, consiglio e piazza: conflitto e spazio politico a Orvieto all’inizio del Trecento
Lorenzo Caravaggi, Tra dialogo e conflitto: controllare lo spazio urbano a Bologna alla fine del Duecento
Discussant: Andrea Zorzi