Società Italiana per la Storia Medievale

Ricordo di Gabriella Rossetti (1935-2024)

Il 16 dicembre 2024 è scomparsa Gabriella Rossetti. Di seguito si pubblicano due ricordi redatti da colleghi e allieve.


Il 16 dicembre 2024 ci ha lasciato Gabriella Rossetti, già ordinaria di storia medievale alle Università di Torino (1976-77) e Pisa (dal 1977 al pensionamento, nel 2005).

Allieva all’Università Cattolica di Cinzio Violante (al seguito del quale si trasferì poi a Pisa, nel 1965), si era laureata nel 1959 con una tesi sul giovane Gioacchino Volpe; fu poi borsista all’Istituto di Studi storici a Napoli (1961-1962), presentando una dissertazione diretta da Delio Cantimori sull’influsso del materialismo storico nella medievistica italiana tra Otto e Novecento.  A Milano, negli anni Sessanta, lavorò a lungo alla Fondazione Italiana per la Storia Amministrativa, creata da Gianfranco Miglio; fu responsabile della ‘Rassegna di storia delle istituzioni pubbliche in Italia’ per gli «Annali della FISA», e collaborò soprattutto con Pierangelo Schiera. Frutto delle sue esperienze e delle sue ricerche di quegli anni fu un importante volume su Società e istituzioni nel contado lombardo durante il medioevo: Cologno Monzese (secoli VIII-X), del 1968, e nel decennio successivo due antologie significative come Forme di potere e struttura sociale in Italia nel Medioevo (Bologna, il Mulino, 1977) e Medioevo rurale. Sulle tracce della civiltà contadina, curato con Vito Fumagalli (Bologna, il Mulino, 1980), che hanno guidato la formazione di intere generazioni di medievisti.

Gabriella Rossetti aveva una grandissima capacità di dialogo, e un’altrettanto grande attitudine organizzativa. Mise a frutto queste sue doti in due direzioni. Innanzitutto, impostò una ricerca innovativa sulla storia urbana di Pisa, la sua città di adozione, valorizzandone gli aspetti ‘materiali’, topografici e archeologici, promuovendo indagini che furono, al tempo, un punto di riferimento significativo. Ma soprattutto, negli anni Ottanta – in dialogo e in dialettica coi principali studiosi italiani e internazionali – diede vita al GISEM, il Gruppo interuniversitario per la storia dell’Europa mediterranea, che guidò poi per oltre un quarto di secolo (1984-2012). Il GISEM si proponeva di «indagare con coerenza la civiltà europea – individuata come sistema maturo di relazioni – nel tempo che corre dalla koinè romano-germanica realizzata dai Carolingi all’Europa dei Comuni e dei Principati». Un lavoro davvero cospicuo di impulso e coordinazione delle ricerche, in cui il contributo personale di Gabriella Rossetti non veniva mai meno nell’approfondimento di specifiche tematiche, come nel costante sforzo di mettere a confronto in maniera propositiva gli specifici apporti individuali entro una griglia concettuale condivisa. Specialmente tra gli anni Ottanta e gli anni Novanta, gli incontri e le iniziative del GISEM costituirono – per una generazione di studiosi italiani – un’occasione preziosa di crescita e di incontro con la storiografia internazionale. Esito significativo di questo lavoro sono stati i venti volumi della collana “Europa Mediterranea. Quaderni” (Napoli, Liguori) e i ventisei della “Piccola Biblioteca GISEM” (Pisa, ETS), oltre a tre numeri del “Bollettino GISEM”.

Nel lavoro storiografico di Gabriella Rossetti si riconosce sempre una profonda consapevolezza della complessità dell’oggetto dell’indagine – il passato medievale dell’Europa – che spinge a proporre sempre nuove domande e a cercare costantemente legami di senso. Si trattava di individuare il «filo rosso», come amava dire, che lega dinamiche sociali, esperienze di governo, congiunture economiche, istituti giuridici ed esperienze religiose, al fine di cogliere i lineamenti e le modalità di funzionamento del sistema. Il silenzio dei suoi ultimi anni di vita non rende meno attuale questa eredità.

Enrica Salvatori, Gabriella Garzella, Gian Maria Varanini


Sono uno dei tanti ex giovani, che fin dall’inizio furono coinvolti da Gabriella Rossetti nella proposta, da lei lanciata intorno alla metà degli anni Settanta, di cambiamento di rotta della medievistica italiana, partendo dalla promozione di incontri di studio e dalla discussione di tematiche di storia sociale e dei connessi problemi di natura metodologica. Si giunse allora per vie diverse a concepire nuove direzioni di ricerca, volte ad evidenziare le affinità strutturali e i legami profondi esistenti tra le “due Italie” soprattutto nel corso del pieno e del tardo Medioevo, e ciò grazie all’integrazione del Mezzogiorno nella nuova circolazione europea, di cui furono artefici principali gli uomini d’affari italiani.

Si venne formando così sotto la sua spinta e in forme mai sperimentate in precedenza un gruppo di studiosi di diverse sedi universitarie italiane, ma anche europee: gruppo caratterizzato da una vivace dialettica interna sia negli incontri di carattere programmatico e organizzativo sia in convegni e seminari, intesi sempre come momenti di confronto. Da essi partivano non di rado non solo nuove coraggiose aperture tematiche e cambiamenti di rotta in direzioni sempre nuove, ma anche ben definite proposte metodologiche, nello spirito del gruppo che nelle sue intenzioni non doveva alimentare appartenenze, ma attuare una internazionalizzazione della ricerca attraverso lo studio, autonomo ma coordinato, dei tempi, dei modi e dei protagonisti della formazione dello «spazio Gisem»: spazio inteso in senso geografico e temporale, come Europa romano-germanica dei secoli XII-XVI, dalla formazione delle autonomie urbane e dell’unità di circolazione europea alla cesura della riforma e degli stati nazionali. Si trattava di un’area di circolazione non solo di operatori economici, ma anche di modelli politici, di sistemi aziendali, di pratiche devozionali nonché di principi giuridici, soprattutto in materia commerciale e successoria, che sono stati il fondamento del diritto comune europeo.

Bisognerà parlarne più diffusamente in altra sede; il che sarà il modo migliore per onorare la sua memoria.

Giovanni Vitolo

Articoli correlati

Bando – Premio Sismed 2024

La SISMED bandisce un premio riservato a un’opera prima, consistente in una monografia inedita di ambito storico medievistico. Le tesi di dottorato, anche se non

Condividi la pagina:

Facebook
Twitter
Pinterest
LinkedIn