Al Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo
On. Dario Franceschini
Al Ministro dell’Università e della Ricerca
Prof. Gaetano Manfredi
e p.c.
Al Capo di Gabinetto del MiBACT
Prof. Lorenzo Casini
Al Direttore Generale degli Archivi
Dott.ssa Anna Maria Buzzi
Al Dirigente del Servizio II della Direzione Generale degli Archivi
Dott.ssa Sabrina Mingarelli
Al Direttore dell’Archivio Centrale dello Stato
Dott.ssa Elisabetta Reale
Roma, 22 maggio 2020
Cari Ministri,
Abbiamo appreso con molto piacere della graduale riapertura di archivi e biblioteche, che deve avvenire nel rispetto e nella tutela della salute di lavoratori e utenti. Tuttavia le regole di accesso, oltre a essere molto differenziate tra un istituto e l’altro, ci appaiono in alcuni casi (come l’Archivio centrale dello Stato e la Biblioteca nazionale di Firenze, nonché alcuni archivi locali) eccessivamente restrittive. In particolare, siamo preoccupati che queste regole rallentino o mettano in pericolo ricerche in corso, individuali e in collaborazione, e soprattutto che impediscano nell’immediato ai tanti dottorandi, assegnisti e studenti alle prese con scadenze stringenti di completare il loro lavoro, mettendone così a rischio le carriere e il futuro.
Queste preoccupazioni si aggiungono ai timori di studiosi e ricercatori per la situazione gestionale e organizzativa degli archivi e delle biblioteche. Pensiamo soprattutto alla carenza cronica del personale degli Archivi di Stato e delle Soprintendenze archivistiche regionali che sta creando problemi nel funzionamento di queste istituzioni deputate alla tutela e alla valorizzazione del ricco patrimonio documentario italiano. Problemi non minori presenta il comparto delle biblioteche statali, altrettanto importante per la ricerca storica e per la conservazione della memoria del passato.
Con la fine della fase più restrittiva delle misure di contenimento della pandemia, i problemi sollevati da tempo si ripropongono ora con nuova, drammatica evidenza.
Pertanto, il Coordinamento delle Società Storiche e della Giunta Centrale per gli Studi Storici vi chiede di intervenire adottando linee guida omogenee e accogliendo alcune proposte che servirebbero nell’immediato ad alleviare le difficoltà, senza mettere a repentaglio la salute di lavoratori e utenti:
- Verificare con attenzione il numero delle persone cui, su prenotazione, sia consentito l’accesso in sala studio. Se per ristoranti e bar è prevista una distanza minima di un metro, non si comprende perché in archivi e biblioteche debba essere 5 o 10 volte maggiore.
- Ampliare l’orario di apertura di archivi e biblioteche, prevedendo un sistema per turni (mattina/pomeriggio) così da accrescere la possibilità di accesso per gli studiosi.
- Verificare, d’intesa con l’Istituto Centrale per la Patologia degli Archivi e del Libro e in previsione delle precisazioni alle Linee guida, se il periodo di sanificazione di dieci giorni debba essere inteso, come sembra intuibile, come limite massimo, in rapporto alla natura polimaterica di alcuni documenti, e se quindi possa essere ridotto considerando le caratteristiche materiali di ciascun documento.
Nella prospettiva poi di convertire questa particolarissima situazione anche in un’opportunità per il futuro, il Coordinamento propone:
- Che archivi e biblioteche allarghino o introducano, laddove non lo hanno ancora cominciato a fare, i servizi di digitalizzazione dei documenti per gli utenti che ne facciano richiesta, partendo, se possibile, dalla messa a disposizione online degli stessi inventari, come avviene nelle principali istituzioni archivistiche internazionali.
Un’attività del genere avrebbe il vantaggio immediato di consentire agli utenti la consultazione da casa evitando l’affollamento degli archivi, e costituirebbe una buona base per futuri progetti di digitalizzazione. - Che MiBACT e MUR di concerto facilitino, con opportuni finanziamenti, l’accesso di atenei, istituti di ricerca, singoli studiosi a un numero ampio di risorse elettroniche contribuendo così anche a diminuire il divario digitale tra atenei e tra le varie parti del Paese.
L’ultimo decreto governativo prevede risorse ad hoc per la digitalizzazione e, a nostro avviso, sarebbe necessario convocare al più presto un tavolo con tutti i soggetti interessati per predisporre un piano di digitalizzazione e messa a disposizione online dei principali fondi e delle più importanti risorse archivistiche e bibliotecarie.
Le società scientifiche che raccolgono gli studiosi e le studiose di storia sarebbero ben liete di parteciparvi e di portare il loro contributo di conoscenze ed esperienze.
Giunta Centrale per gli Studi Storici
Consulta Universitaria per la Storia Greca e Romana
Società Italiana degli Storici Medievisti
Società Italiana per la Storia dell’Età Moderna
Società Italiana per lo Studio della Storia Contemporanea
Associazione Italiana di Public History
Consulta Universitaria per la Storia del Cristianesimo e delle Chiese
Società Italiana degli Storici Economici
Società Italiana delle Storiche
Società Italiana di Storia Internazionale