Venerdì 15 giugno, ore 14-15:30
Il panel che qui si propone intende offrire alla comunità di studiosi del Medioevo strumenti e spunti archivistici utili alla ricerca sugli Ordini religiosi. Saranno dunque esaminate, in un percorso circolare, le congiunture che possono essersi verificate nella sedimentazione e tradizione degli archivi degli Ordini religiosi medievali, con una particolare attenzione per i carmelitani, gli antoniani e gli agostiniani, ordini fortemente gerarchizzati e attenti alla conservazione documentaria sin dai primi secoli della loro storia. In primo luogo si cercherà di elaborare una fenomenologia degli archivi prodotti dagli Ordini mendicanti nel corso del Medioevo, allo scopo di enucleare un modello che, a livello metodologico, possa indirizzare gli studiosi nella ricostruzione dei complessi documentari prodotti da questa tipologia di ordini religiosi, caratterizzati da una struttura organizzativa affine, da una presenza capillare nel territorio e da una storia archivistica senza soluzione di continuità. A scopo esemplificativo sarà descritto il caso di studio degli archivi carmelitani tra XIII e XVI secolo, attraverso l’analisi delle modalità di sedimentazione, gestione e conservazione delle carte, sia a livello di cariche centrali (priore e procuratore generali) sia a livello provinciale e conventuale, con uno sguardo rivolto tanto alle norme codificate quanto alle prassi attestate dalla documentazione giunta fino a noi. L’integrità degli archivi, è noto, non è una certezza: pertanto si procederà esaminando le problematiche della dispersione documentaria e lo smembramento dei fondi, che può avvenire in tutte le fasi di vita dell’archivio, ovvero con il soggetto produttore ancora in attività, durante il deposito e nella fase di conservazione nell’archivio storico. Nel caso antoniano, ad esempio, l’accentramento della documentazione presso l’archivio della casa madre a Vienne è stato compromesso dagli smembramenti avvenuti nel corso dei secoli, così come la soppressione dell’ordine (1777) ha comportato la dispersione dei documenti conservati presso le ultime precettorie esistenti sul territorio italiano, talvolta senza nessun riguardo per il vincolo archivistico. Un caso limite, certo, che può però prestarsi a un tentativo di ricostruzione e riordino virtuale delle serie originali. Il tentativo di ricostruire l’ordinamento originario di un archivio è, dunque, una delle principali sfide che deve affrontare un archivista. A questo scopo, si analizzerà quanto operato dagli agostiniani in relazione all’inventariazione dei fondi dei conventi appartenuti alla Provincia toscana, evidenziando le principali problematiche riscontrate e gli strumenti che possono essere di supporto agli studiosi. L’auspicio finale è quello di una proficua collaborazione tra istituti religiosi ed enti statali in vista del comune obiettivo di ricondurre a un’unità, perlomeno virtuale, i fondi oggi dislocati in diverse sedi di conservazione.
Coordinatore: Olivetta Schena
Relazioni:
Simona Serci, Un’archivistica speciale per gli ordini mendicanti? Il caso carmelitano tra XIII e XVI secolo
Mariangela Rapetti, Soppressioni, dispersioni e smembramenti. L’eredità archivistica degli antoniani di Vienne
Emanuele Atzori, Ut omnes unum sint. Gli strumenti per la ricostruzione dei fondi archivistici dei religiosi: il caso della provincia agostiniana di toscana
Discussant: Olivetta Schena