Società Italiana per la Storia Medievale

Sessione 38. Penisola italiana ed Europa centro-orientale nel Medioevo: economia, società, cultura

Venerdì 15 giugno, ore 16-17:30

In un recente intervento presso l’Istituto Storico Italiano per il Medioevo, l’ungherese Gábor Klaniczay ha sottolineato come «Molta della storiografia europea centro-orientale […] punta a scoprire con esattezza questa componente [comparativistica in relazione all’Europa occidentale] nell’evoluzione storica della regione, misurandone il grado di successo in base all’apprezzabile esattezza della loro adozione e alla velocità di adattamento a questi modelli, oppure, al contrario, registrando l’incompiutezza e la lentezza della loro adozione in termini di “arretratezza”. [Tuttavia] L’accento è posto, attualmente, sulla “irriducibile pluralità delle culture” e su un riesame dei termini di comparazione alla luce delle recenti acquisizioni della teoria sociologica. Un efficace correttivo al tradizionale approccio comparativo come studio dell’esportazione di modelli culturali è quello che Michael Werner e Bénédicte Zimmermann hanno chiamato histoire croisée. Questo approccio guarda alle reciproche influenze in ogni incontro politico, sociale o culturale che, nel momento stesso in cui crede di replicarlo, costantemente trasforma il modello. L’impostazione enfatizza piuttosto la relazione di carattere dinamico che emerge da questi processi, rispetto al meccanico trasferimento e alla passiva ricezione di schemi cristallizzati e invariabili». In altre parole, appare superficiale, o quanto meno riduttivo, definire i processi storici che caratterizzarono l’Europa centro-orientale in epoca medievale come una semplice “deviazione” o persino “involuzione” dei simili processi a partire dal modello e dai risultati dell’Europa occidentale, ovvero come palese “arretratezza” dell’Europa centro-orientale rispetto a quella occidentale. È invece preferibile e di maggiore interesse e utilità porre l’accento sugli specifici elementi che contraddistinsero queste terre. Sebbene la stereotipata immagine di generale arretratezza dell’Europa centro-orientale in epoca medievale resti ancor oggi assai diffusa – e non solo nell’immaginario collettivo, ma pure in molti studi –, le nuove e più recenti indagini consentono di superare una simile visione in senso strettamente dualistico delle sorti politiche, economiche e sociali delle due parti del Continente. Per esempio, il notevole flusso di scambi commerciali e la forte crescita economica che contraddistinsero l’Europa occidentale coinvolsero pure l’Europa centro-orientale, dove sono stati messi in luce la flessibilità delle istituzioni urbane e agrarie, la tendenza all’innovazione dei singoli gruppi produttivi, la maturazione dei mercati interni e la non assoluta specializzazione regionale. Pur nella consapevolezza di non poter offrire un profilo pienamente esaustivo delle strutture politiche, economiche e sociali dell’Europa centro-orientale in epoca medievale, l’obbiettivo del panel è quello di presentare alcuni risultati delle ricerche di specialisti – italiani e stranieri –, focalizzandosi su pochi territori dell’Europa centro-orientale e i loro rapporti di carattere economico, sociale e culturale con la Penisola italiana, non solo per mettere in evidenza e far meglio comprendere la complessità politica, economica e sociale di detti territori, ma anche per offrire nuovi spunti di riflessione.

Coordinatore: Andrea Fara

Relazioni:
Iulian Mihai Damian, Frati minori osservanti tra Italia ed Europa centro-orientale nel Quattrocento
Adinel Dincă, La Transilvania nel commercio europeo di libri intorno al 1500. Stampe veneziane nella Sibiu (Cibinium-Nagyszeben-Hermannstadt) medievale
Francesco Bettarini, Accoglienza e sostituzione di imprenditori italiani nella manifattura tessile di Dubrovnik (1416-1440)

Nicolò Villanti, Commercio del sale a Ragusa (Dubrovnik), 1300-1415

Discussant: Andrea Fara